Come già anticipato nell’articolo dell’ 8 settembre, con il D.L n°118/21 sono stati introdotti importanti cambiamenti alla riforma della crisi di impresa.
Solo alcune novità, però, dovrebbero entrare in vigore fin da subito, mentre per altri istituti bisognerà attendere ancora.
Il condizionale è d’obbligo.
Tra rinvii e conferme
Se da un lato il Governo sembra voler stimolare la ripartenza economica mettendo in campo le tanto auspicate riforme, dall’altro è altrettanto evidente come il tessuto imprenditoriale sia provato dalle difficoltà conseguenti all’emergenza sanitaria.
Ecco perché, per affrontare al meglio la crisi d’impresa, occorrerebbe anticipare i tempi per le norme utili al risanamento delle imprese.
Il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza nasce infatti col preciso scopo di attuare un pieno e definitivo superamento della vecchia legge fallimentare. Esso include tra le altre, le norme sul sovra-indebitamento del privato previste dalla L. 3/2012, con dei sensibili miglioramenti a favore dei soggetti destinatari (e cioè privati), titolari d’azienda, gruppi di imprese e commercianti.
Composizione negoziata: il via al 15 novembre (?)
Tra le norme approvate e programmate per il prossimo futuro, una in particolare, la nuova procedura di composizione negoziata della crisi, dovrebbe entrare in vigore il prossimo 15 novembre.
Tuttavia, a non essere chiaro è proprio il modo in cui, entro il 15 novembre 2021, sarà possibile adempiere a tutte le novità che riguardano la nuova soluzione negoziale, che dovrebbero essere pronte in tempi compatibili con il d-day. Tra queste ricordiamo: la formazione obbligatoria degli esperti incaricati delle negoziazioni, il lancio della piattaforma digitale sulla quale fare domanda per l’avvio della procedura, e la nomina degli appartenenti ai vari organi di composizione della crisi.
Il motivo della particolare attenzione rivolta a questa misura, riguarda appunto il fatto che nessuno di questi fondamentali step, ad oggi, ha una definizione chiara in termini di tempistiche e di operatività.
Di conseguenza, questo contribuisce al già elevato stato di incertezza in cui i professionisti che assistono le aziende si ritrovano.
La speranza è quindi riposta nel buon funzionamento delle istituzioni e delle procedure necessarie all’effettivo esercizio di questa nuova, e più che altro non procrastinabile, norma.
Tuttavia, le Camere di Commercio non sono ancora pronte, e anche i professionisti stanno cercando di comprendere al meglio gli aspetti aziendali di questo nuovo istituto. Ecco perché, allo stato attuale, un’ulteriore proroga sembrerebbe la soluzione, nostro malgrado, più efficace.
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