Perché comunicare

Comunicare, ho deciso di farlo.
Sono partito da lontano, ho festeggiato da un po’ i trent’anni di Studio, ho parlato con molte persone, ho cercato di capire.
Sono arrivato qui con l’aiuto di tutte le persone che mi circondano e, oggi, scendo in campo presentando
il sito web e le pagine social di ausilio.

 

Scendere in campo: il mio modo di lavorare, di pensare, di percepire,
di mettersi in gioco.

Affrontare la partita necessita il coinvolgimento di ogni singolo.
Bisogna unire le forze per esprimersi al meglio, per raggiungere un obiettivo, per realizzare un progetto,
per sentirsi parte di una squadra.
Come in un’azienda, il quotidiano porta ad affrontare un percorso che mira ad un risultato: la gestione del personale, la continua definizione di obiettivi, la soluzione delle varie problematiche; per poter fare tutto questo
bisogna “fare squadra”. Ne sono convinto perché il mondo dello sport mi ha insegnato che lavorare insieme come un team è indispensabile, proprio come lo è la figura del coach, inteso come una  guida sia nel cammino sportivo sia in quello aziendale.

Time Out mi è parso il naturale titolo questa rubrica, come a dire, dedichiamo un po’ di tempo a riflettere. Una pausa che permetta poi di continuare migliorando, migliorandoci.
L’esperienza, ogni giorno di più, dice che occorre mettere le persone al primo posto, mai dimenticando chi lavora, chi si rende disponibile per risolvere, chi ti dà fiducia.

 

Devo dire grazie

Grazie a chi accompagna questo cammino da decenni. Un viaggio fatto di fatica, di soddisfazioni, di professionalità, ma soprattutto di ascolto.
Non puoi fare nulla se non intendi, se non capisci, non puoi comunicare senza ascoltare.

Grazie a chi ha lavorato per preparare questa discesa in campo, a chi lavora in questa squadra,
a chi ha comunicato fotografando, grazie a chi è.
Noi.

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